Il mio stile di coaching

20.06.2021

di Giuseppe Valenti

Molto spesso mi capita di dover spiegare cosa è il coaching e in cosa si differenzia il mio stile rispetto a quello di altri miei colleghi. 

Partiamo col dire che il coaching non è una professione che si studia a scuola o all'università, per cui tutti i coach sono stati prima qualcos'altro, uomini d'azienda, atleti, allenatori, psicologi, terapisti, etc. 

Queste diverse esperienze incidono molto sullo stile di coaching. Anche le scuole che formano i coach sono differenti con piani di studi anche molto diversi l'uno dall'altra.

Io ad esempio prima di fare il coach e il formatore sono stato un manager aziendale lavoravo nella pianificazione strategica, e nella finanza amministrazione e controllo, poi ho sentito la vocazione come operatore olistico è sono diventato operatore shiatsu, riflessologo, naturopata etc. 

Tutto ciò si ritrova molto nel mio modo di essere coach. Infine ho scelto come scuole quella della Bocconi Sport Team molto orientata sullo sport e l'olismo e la Scienza del sé orientata sul empowerment e la crescita personale.

 Il mio stile di coaching è dunque un mix di tutte queste esperienze precedenti, vuole facilitare le persone nel loro processo di apprendimento di sé, cambiamento e evoluzione per riuscire a realizzare il proprio progetto di vita. 

Aiuto le persone a conoscersi meglio esplorando le domande: Chi sono? Cosa voglio fare? Come posso fare? Per passare, da un semplice desiderio, alla realizzazione concreta dei propri sogni ed obiettivi.

Come coach ascolto, pongo domande aperte all'auto-riflessione, finalizzate ad indagare, esplorare per:

1) chiarire le idee su come realizzare i propri obiettivi 

2) sciogliere i conflitti interiori ed con l'ambiente esterno

3) far emergere nuove possibilità, nuove soluzioni;

4) agire consapevolmente e liberamente

Ma prima di tutto questo in qualità di  operatore olistico intervengo aprendo le porte della percezione perché mi sono accorto che gran parte di noi  prende fischi per fiaschi, perché ci siamo schermati troppo in passato, soprattutto nel periodo infantile.  Così oggi arrivano alla mente un numero di dati insufficienti per poter interpretare correttamente la realtà!

Direi che questa è una mia esclusiva capacità che mi contraddistingue da tutti i miei colleghi coach. 

È mia cura portare equilibrio alle quattro intelligenze (corporea, emotiva, spirituale, mentale) e attivare le tre attitudini (mente aperta, cuore aperto, volontà aperta) in modo tale da mettere la persona in un processo di coerenza per far emergere tutto il suo potenziale, le sue capacità, i talenti e le virtù.

Ciascuno di noi ha una gran quantità di talenti che utilizza solo parzialmente. Spesso entriamo in competizione per una posizione con competitor che hanno caratteristiche totalmente diverse dalle nostre, magari più adatte per quella posizione, per cui non riusciamo mai ad avere successo.

Sarebbe molto più proficuo lavorare sulla nostra unicità, quello per cui siamo predisposti, il nostro compito, il nostro mandato.