La Poesia Mistica Indiana

30.12.2021

un dono celeste

La poesia come la pittura ha il dono della sintesi, poche parole sono più incisive di un trattato intero. Ecco qui tre poesie del famoso poeta indiano Kibir Das grande mistico, riformatore religioso e poeta, musulmano di origine, aperto all'influenza sia sufi, sia vedantica, sia yogica.

Nacque intorno al 1398 in un borgo rurale di Benares. Figlio di un tessitore analfabeta, fu uno straordinario cantore della divinità al di là di ogni nome e forma; fu anche critico e demolitore di ogni dogma e rito.   

La luna splende nel mio corpo; ma i miei ciechi occhi non possono vederla. La luna è in me, il sole è in me.

L'impercosso timpano dell'Eternità vibra sonoro dentro di me; ma le mie orecchie sorde non possono udirlo.

Fino a quando l'uomo contenderà per l'io e per il mio, vano sarà il suo lavoro: Quando l'amore dell'io e del mio, si estinguerà, allora l'opera di Dio sarà fatta.

Il lavoro umano non ha altro scopo che quello di acquistare sapienza: Quando questa viene il lavoro è compiuto.

Il fiore sboccia per il frutto; quando il frutto viene il fiore appassisce.

Il muschio è nella damma; ma essa non lo cerca in sè: vaga in cerca di erba.

O Servo, dove Mi cerchi?

Guarda! Io sono vicino a te.

Non sono nel tempio, nè nella moschea;

non sono nel Kaaba, nè nel Kailash;

Non sono nei riti nè nelle cerimonie;

non sono nello Yoga, nè nella rinuncia.

Se tu sei un buon cercatore Mi vedrai immediatamente: Mi incontrerai in un attimo.

Dice Kabir: "O devoto! Iddio è il respiro di ogni respiro.

Rama, il Signore, si è impadronito di me.          Hari, l'amato Signore, mi ha ammaliato.           Tutti i dubbi sono volati via come uccelli che migrano d'inverno. Quando ero folle d'orgoglio, l'Amato non mi rivolgeva la parola. Ma quando sono diventato umile come la cenere, il Maestro ha aperto il mio occhio interiore, tingendo ogni poro del mio essere con il colore dell'amore. Bevendo nettare alla coppa del mio cuore svuotato, ho dormito alla sua dimora, nell'estasi divina. I devoti si congiungono al Signore come l'oro è unito al suo splendore. Il mio Signore ama un cuore puro.