Le 5 cose che forse non sai sullo Shiatsu
Lo Shiatsu arriva a Milano agli inizi degli anni 80 grazie al maestro Yuji Yahiro. Poi, lentamente dai suoi allievi nacquero le prime scuole e i primi allievi locali tra cui io e così piano piano iniziò a diffondersi. Nel corso dei decenni successivi, il termine Shiatsu è entrato sempre più nel linguaggio comune, persino nelle fiction tv, andando ad identificare nell'immaginario collettivo un massaggio giapponese lento e rilassante, fatto di lunghe pressioni sul corpo accompagnate da una qualche musica zen. Questa visione però è un po' limitante e riduttiva dello Shiatsu, qui di seguito vi spiego cinque punti importanti per lo Shiatsu:
1) Lo shiatsu non è un massaggio ma un vero trattamento di salute, infatti è classificato come "arte per la salute". Lo shiatsu non ha come finalità soltanto quella di rilassare o tonificare il corpo agendo su muscoli e tendini. Sebbene risulti molto rilassante, (chi soffre d'insonnia di solito si addormenta proprio durante le pressioni) in realtà è soprattutto un lavoro di riequilibrio delle energie Yin e Yang. Grazie allo sviluppo di una pressione naturale, l'energia vitale del terapista entra in comunicazione con quella del paziente, creando un vero circuito energetico. La visione è quella olistica, o come si dice oggi wholeness cioè siamo tutti connessi in un unico campo energetico chiamato wu. Lo scopo è quello di attivare le capacità di autoguarigione dell'organismo, l'energia vitale Ki, agendo attraverso la stimolazione di punti e canali energetici i "meridiani".
L'efficacia di un trattamento non dipende solo dalle abilità tecniche manuali del terapeuta, ma soprattutto dalla sua padronanza dello spazio interiore da cui sta operando.
2) È giapponese, ma con radici cinesi. La parola "Shiatsu" è stata coniata in Giappone il secolo scorso, significa pressione con le dita da Shi (dito) Atsu (pressione) . Questa pratica affonda le proprie radici nel Tui Na, l'antica tecnica della medicina tradizionale cinese che venne poi fusa con le tecniche del massaggio giapponese Anma e del Setsu-Shin.
3) Non si fa su un lettino, ma a terra sul futon perché permette una migliore perpendicolarità. La tecnica del trattamento prevede che l'operatore lavori utilizzando il peso del proprio corpo in maniera perpendicolare e senza l'uso di forza. Ne risulta un contatto estremamente piacevole ed efficace.
4) Lo shiatsu si effettua vestiti. Questo deriva dall'antico pudore orientale, e più in generale dalla riservatezza del corpo femminile, l'imperatore proibiva qualsiasi contatto diretto, il medico doveva poter curare guardando solo la lingua, le mani e i piedi. Bisogna precisare che è importante indossare abiti ad hoc puliti e in fibra naturale, come il cotone. Non va bene utilizzare gli abiti che abbiamo indossato tutto il giorno, ne tanto meno i jeans in quanto troppo spessi e i leggings e i collant perché sintetici.
5) Una seduta non basta, serve un percorso. Chi si sottopone per la prima volta a una seduta di Shiatsu, lo fa solitamente o per curiosità o per un problema specifico. Può essere una contrattura, o un dolore, o un malessere emotivo. Cinque o sei sedute possono già bastare. Davanti a uno squilibrio cronicizzato da anni, l'intervento deve essere più lungo e continuativo, solitamente si effettuano dodici trattamenti da ripetere ad ogni cambio di stagione fino a quando non si arriva ad una condizione ottimale.
Chi si sceglie lo Shiatsu sa che sta intraprendendo un percorso non solo verso la salute ma anche verso una maggiore consapevolezza di sé e della propria interiorità. È un viaggio alla scoperta di parti di noi nascoste, di cui vogliamo fare la conoscenza.
Qualche seduta sporadica, dunque, può portare benefici limitati, rispetto a quello che può garantire un trattamento in continuità. Chi sceglie lo Shiatsu come pratica abituale, impara a vive la vita con serenità e con un alto livello di energia, soddisfatto ed ottimista.
Giuseppe Valenti operatore Shiatsu professionista F.I.S. dal 2001