Lo Zen tra i Fornelli, Via di Crescita Spirituale

25.05.2020

Quando veniamo al mondo ci rendiamo subito conto che il mondo non è lì pronto ad accoglierci così come siamo a braccia aperte, ma ci obbliga ad adattarci alle sue regole e convenzioni. Si tratta di una scoperta dolorosa, più combattiamo contro il sistema che a noi sembra malato e ingiusto e più soffriamo. Siamo come un corso d'acqua che sta cercando di costruire il suo letto e ad un certo punto questo letto viene deviato, costretto a cambiare percorso.

Quattro sono le fasi che un bambino attraversa:

  1. la gioia di essere se stesso;
  2. il dolore di non poter essere se stesso;
  3. la fase di ribellione;
  4. la fase di rassegnazione e sottomissione, con la creazione di una nuova personalità che ci rende accettabili dalla comunità.

Nella terza e quarta fase creiamo le maschere che sono schemi comportamentali che risultano funzionare in qualche modo e che quindi vengono ripetute tutte le volte che ci troviamo in una situazione di pericolo per la nostra integrità. 

Per questo motivo quando poi diventiamo adulti stentiamo ad essere felici. Ci viene difficile liberarci dagli schemi che ci hanno ingabbiato per anni e che ci hanno trasformato. Dobbiamo in qualche modo riconoscerci e ricomporci, tornare in un certo senso a sviluppare quella parte di noi che ci è stata censurata. 

Non possiamo continuare a vivere in conflitto perenne tra il tentativo di esprimerci e quello censorio che ci contrasta continuamente. 

Limitando il diritto a esprimersi si limitano le possibilità di provare piacere e di vivere in modo creativo.  

Un essere unificato è sempre felice, un essere diviso non lo è mai. Arnaud Desjardins 

Lo zen insegna a ritrovare la propria natura originale, il "volto che si aveva prima di nascere." (Koan Zen). La capacità di creare una connessione con l'universo e la consapevolezza di "chi sono" e "dove mi trovo".


Oggi siamo tutti stressati, andiamo di corsa e facciamo più cose contemporaneamente nell'illusione di produrre di più, ma la serenità si conquista andando fuori dal tempo. 

Una mente che vaga è una mente infelice. La felicità consiste nel vivere nel presente." Jon Kabat Zinn 

Quando sono a tavola, il tempo è come se si fermasse, lo stesso avviene durante la meditazione, concetti difficili da applicare durante la giornata come vivere nel presente nel "qui ed ora" senza distrazioni, a tavola si realizzano naturalmente. 

Sempre più spesso durante il giorno ci lasciamo rapire dal lavoro e da altri impegni senza riuscire ad avere più il tempo per noi stessi e anche quando, qualche volta dovessimo avere del tempo libero, cerchiamo di riempirlo subito di qualcosa perché ci sentiamo a disagio. Sostanzialmente siamo diventati dipendenti da continue auto-distrazioni automatizzate come accendere la tv, guadare se abbiamo ricevuto nuovi messaggi etc. che ci portano a stare fuori di noi, mentre è importante trovare spazi dove ci riportiamo dentro di noi.


Cucinare è un rito che si ripete tre volte al giorno e contiene tutta la spiritualità di cui abbiamo bisogno. 

Un motivo in più per noi italiani amanti della buona tavola e della convivialità, sperimentare la cucina come opportunità per stare bene con noi stessi e con gli altri.

Cucinare in modo zen è uno stile di vita, una valida alternativa allo yoga e ad altre tecniche di crescita personale. Il vero spirito della cucina zen, non risiede tanto nella scelta degli ingredienti,nella qualità della materia prima o nel modo di cottura, quanto nella presenza, nel donarsi e nel rispetto per il cibo che è energia vivente:

Tenendo tra le dita un'unica foglia di verdura, essa diventa il corpo di Buddha; accogliendola come corpo di Buddha, essa diviene un'unica foglia di verdura.   Tenzo Kyokun 

Questa sacralità che ricorda quella della liturgia eucaristica, si celebra durante la preparazione del pasto da parte del cuciniere zen (Tenzo) che svolge un vero servizio sacerdotale per il bene della sua comunità con cui poi condividerà il pasto. Prima di assumere il pasto i monaci zen recitano una preghiera di ringraziamento: 

Unisco la voce con il cuore e ringrazio l'alimento che è giunto attraverso le vie della fatica di tanti uomini.(*) Questo cibo è vita che nutre la vita è ristoro per tutti, lo accogliamo a beneficio di tutti gli esseri viventi.  

(*) col pensiero si va a ringraziare a ritroso tutti gli uomini che vi hanno preso parte partendo dall'ultimo che mi ha servito a tavola, poi chi ha cucinato, chi ha fatto la spesa, chi ha messo negli scaffali le materie prime, chi le ha trasportate al supermercato, fino a giungere al contadino che le ha coltivate.

È la vita che si offre a noi in forma di cibo affinché anche noi ci offriamo agli altri in uno scambio eterno!  

La spiritualità presente nella cucina Zen ha dei punti in comune con le nostre antiche tradizioni contadine, in cui nulla andava sprecato, in cui una preghiera di ringraziamento anticipava il pasto. 

La cucina zen è semplice e saporita, la tavola deve trasmettere gioia; l'amore di chi cucina si trasferisce al cibo attraverso le mani che sono collegate al chakra del cuore, donando così refrigerio non solo al corpo ma anche allo spirito. 

Per questo motivo è molto importante che chi cucina sia attento alla sua condizione energetica in quanto ha una responsabilità verso la sua comunità, deve mantenersi puro per poter trasferire positività e serenità. 

Non si può cucinare quando si è arrabbiati o in modo distratto perché il cibo veicola le emozioni di chi lo prepara. 

Quando le situazioni ci alterano bisogna fare un passo indietro ci centriamo, ci purifichiamo e armonizziamo. Così facendo ritorniamo unificati in modo naturale. 

Zen è un modo di relazionarsi con la propria vita e con quella degli altri nella quotidianità. Per questo motivo cucinare può diventare un'opportunità per le mamme, un'attività privilegiata per donarsi e creare armonia e convivialità attorno a noi. 

La cucina Zen sviluppa le tre attitudini del cuore:

un cuore gioioso, capace di rallegrarsi per quello che c'è. (l'arte del cuoco sta proprio nel far bastare quello che c'è.)

un cuore materno, in grado di comprendere le esigenze di tutti e di sacrificarsi per loro.

un cuore magnanimo, in grado di mettersi al servizio dei fratelli con umiltà. (Tenzo Kyokun)